Salute e montagna: non se ne sa mai abbastanza...
E' noto come la frequentazione della montagna, in attività sezionale o meno, possa dar modo di conoscere le opinioni altrui. L'argomento “salute e montagna” non di rado entra nei discorsi quasi naturalmente, spesso, purtroppo, lasciando trapelare posizioni discutibili o errate (quando non sono gli stessi eventi a mettere allo scoperto impreparazione e incompetenza):
…credenze fossili di Primo Soccorso...”mio nonno mi ha insegnato che se ti morde una vipera devi fare un'incisione tra i due buchini e succhiare più che puoi...” (pericoloso e inefficace: la scienza medica consiglia ben altro)
...azzardi nutrizionali...”Ah, io il giorno della gita non faccio colazione, così dormo fino all'ultimo, tanto poi prendiamo il cornetto e il cappuccino al bar...” (una nutrizione utile e adeguata comincia ben prima del mattino della gita e continua durante l'escursione)
...malattie croniche, queste sconosciute...”La prossima domenica porterò mio nonno, vecchio scalatore, a Punta Helbronner” “Ma è a quasi 3500 metri! Non avevi detto che era cardiopatico?” “Sì, ma tanto andiamo con Skyway, mica camminiamo...” (gli farà bene? più di 2000 metri di dislivello in 15 minuti con l'ossigeno ridotto per la quota...)
...accoppiamenti paradossali...nella stessa gita trovi quello che ha un kit di primo soccorso da fare invidia a un Navy Seal in missione (ma saprà poi usarlo all'occorrenza?) e l'altro che non porta neanche un cerotto, perché “tanto cosa vuoi che mi succeda”...
Intendiamoci. Come in ogni gruppo sociale la varietà impera: persone prudenti e informate mangiano la polenta in rifugio gomito a gomito con altre imprudenti e disinformate. E quando non si sa qualcosa, chi può chiede all'amico competente, chi non ce l'ha va su Google (sperando di trovare i siti giusti), chi non dispone né dell'uno né dell'altro va a memoria o improvvisa seguendo abitudini o intuito.
Una frequenza consapevole della montagna, obiettivo qualificante e consolidato del CAI ormai da tempo, riteniamo però che non possa e non debba prescindere dalla conoscenza e cura del proprio organismo, così come dall'acquisizione di nozioni che, quando occorre, permettano di trattare correttamente le conseguenze di eventuali incidenti (o perlomeno di non fare errori irreparabili).
Alla luce di questi presupposti è stata costituita, in seno all'Intersezionale CVL, una Commissione Medica composta da Soci rappresentanti delle principali professioni sanitarie: medici, infermieri, psicologi, operatori dell'emergenza (118, CNSAS), farmacisti.
Il suo obiettivo principale? "FORMARE E INFORMARE".
Una formazione indirizzata ai Soci coinvolti nei Corsi delle Scuole dell'Intersezionale, siano essi docenti o allievi.
Un' informazione, rivolta a tutti i Soci CAI, relativa a temi inerenti la salute di chi frequenta la montagna.
Come intendiamo tradurre in pratica questo obiettivo? Attraverso:
- la partecipazione alle lezioni di primo soccorso dei corsi organizzati dal CAI;
- l'organizzazione di serate divulgative su argomenti di medicina di montagna;
- l'interazione diretta con i Soci in uno spazio dedicato sul sito dell'Intersezionale (forum di discussione).
Ma saremo disponibili a valutare ulteriori proposte e richieste delle Sezioni.
E' un'opportunità che siamo certi verrà colta nella sua novità e utilità.