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Zecche
Al di là del fastidio arrecato, si legge che, dalla puntura di zecca, è possibile contrarre delle pericolose infezioni.
Quella che mi sembra più preoccupante è quella relativa alla trasmissione del virus dell'encefalite.
Leggo in vari siti internet che in altre nazioni europee si è diffusa la pratica della vaccinazione.
Non sarebbe il caso che la Commissione Medica CVL prendesse in considerazione il fenomeno e se del caso, consigliare a chi frequenta con regolarità la montagna, la vaccinazione?
Silvano
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Sono insetti ematofaghi, per i quali il pasto di sangue è necessario per passare da uno stadio evolutivo all’altro (larva, ninfa, adulto) e, nelle femmine, per la maturazione delle uova.
Non sono molto selettive nella scelta dell’organismo da parassitare e la loro attività in genere si concentra nei mesi caldi.
Vivono in habitat forestali, soprattutto nei boschi decidui, nel sottobosco, nelle radure e nelle zone di transizione tra foresta e prato.
Le zecche non saltano e non volano, ma si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale, di cui avvertono la presenza verosimilmente grazie al calore e all’anidride carbonica emessi. Insediati sull’ospite, conficcano il rostro nella cute (il morso è in genere indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici) e cominciano a succhiare il sangue. Rimangono attaccate per 2-7 giorni, poi si lasciano cadere spontaneamente.
Gli Ixodidi possono trasmettere all’uomo diverse patologie, anche gravi, in quanto vettori di microrganismi:
- virus (meningoencefalite da zecca o tick borne encephalitis, TBE),
- batteri (tularemia, malattia di Lyme, febbre ricorrente da zecche)
- rickettsie (rickettsiosi, ehrlichiosi)
Nella maggior parte dei casi tali malattie possono essere diagnosticate e trattate risolutivamente. Ma in una percentuale minima (fino al 5%), specialmente in soggetti anziani o nei bambini, possono essere pericolose per la vita.
Passando alla malattia oggetto della domanda va detto che si tratta di un problema particolarmente sentito nei Paesi dell’Europa centro-orientale (la Russia ha il più alto numero di casi). In Italia l’infezione è stata identificata per la prima volta nel 1978 in Toscana. Dal 2000 al 2016 sono state raccolte le segnalazioni relative a 456 casi di TBE confermati in laboratorio (sembra essere più diffusa nel Triveneto). E’ probabile, comunque, che vi sia una diffusione maggiore rispetto a quella risultante dalle notifiche, tenendo conto della frequenza di infezioni inapparenti e delle forme subcliniche.
Un vaccino in effetti è disponibile. E’ costituito da virus inattivato somministrato per via intramuscolare in tre dosi con richiami a cadenza triennale. Non è indicata, invece, la vaccinazione post-esposizione.
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 raccomanda la vaccinazione, particolarmente in aree endemiche (ossia dove la malattia è costantemente presente o molto frequente, cosa che non risulta per il Piemonte), per i soggetti professionalmente esposti (contadini, boscaioli), per i residenti in aree rurali, per i viaggiatori che vivono o soggiornano in aree rurali o forestali fino ai 1400 metri.
Se da un lato il Piemonte non è un’area endemica per la TBE, d’altronde, come ho detto, possono essere contratte anche altre malattie in seguito alla puntura di una zecca. E’ importante allora parlare di prevenzione. In generale è consigliato:
• indossare abiti chiari (rendono più facile l’individuazione delle zecche); coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare; utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello;
• evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri e di addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta;
• al termine dell’escursione effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle e dei propri indumenti (le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi);
• trattare gli animali domestici con sostanze repellenti prima di portarli in escursione;
• spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.
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Dalla risposta mi pare di capire che la situazione in Piemonte non è grave. Ho letto che l'anno passato la regione ha promosso, tramite l'Istituto Zooprofilattico, una campagna di raccolta delle zecche, invitando coloro che ne fossero colpiti, di inviare l'animale surgelato all'istituto.
Conosci i risultati di questa indagine? Sapevo di una iniziativa simile anche nel PNGP. Anche di questa si conoscono i risultati?
Quindi mi pare che soluzione consigliata è quella di adottare le varie misure di prevenzione. A questo proposito i repellenti possono essere usati anche sull'uomo, e sono efficaci? Sono tutti uguali?
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La cosa interessante è che l'IZSTO ha messo a disposizione da anni un laboratorio al quale si possono recapitare (preparate secondo istruzioni disponibili sul sito dell'Istituto) le zecche prelevate ad umani, che vengono studiate anche sotto l'aspetto infettivologico. Ebbene, a partire dal 2011 risultano pervenute più di 1600 zecche provenienti da ospiti umani e il 23% erano positive a Borrelia, Rickettsia o Anaplasma (un batterio che provoca una forma di ehrlichiosi).
Esistono repellenti per cani, gatti (attenzione: questi non tollerano la permetrina, quindi occorre usare prodotti specifici per loro) e uomini. Per questi ultimi vi sono diversi prodotti (di Autan e Vape, ad esempio) a base di icaridina o dietiltoluamide che garantiscono una protezione per diverse ore. Cautela deve essere osservata per l'uso nei bambini. Vi sono anche prodotti naturali (ad esempio a base di citrodiol), ma hanno una durata più ridotta, quindi vanno ridistribuiti spesso (possono essere un'alternativa valida per i bambini sotto i 2 anni).
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La più efficace strategia contro le zecche resta la prevenzione.
E' interessante l'uso dei repellenti; stimolato dalla tua risposta ho fatto una ricerca su Google e dal sito della Regione Veneto ho trovato una tabella sui repellenti che allego ad uso di tutti quelli che possono essere interessati
(così testiamo anche la possibilità di aggiungere dei documenti al forum)
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silcolber ha scritto: Credo che a questo punto le informazioni raccolte siano sufficienti a farsi un quadro generale.
La più efficace strategia contro le zecche resta la prevenzione.
E' interessante l'uso dei repellenti; stimolato dalla tua risposta ho fatto una ricerca su Google e dal sito della Regione Veneto ho trovato una tabella sui repellenti che allego ad uso di tutti quelli che possono essere interessati
(così testiamo anche la possibilità di aggiungere dei documenti al forum)
Mi accorgo che l'allegato non è scaricabile, riprovo
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